Censura,  Guerre,  Propaganda,  WWII

La Censura

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Fronte del nordafrica - Foto Istituto LUCE.

La censura è l’altra faccia della propaganda, che per la sua efficacia necessita di un adeguato sistema di censura sui fatti esposti, altrimenti facilmente confutabili. Fin dall’inizio, infatti, i governi capiscono il potere delle immagini e lo temono cercando d’indirizzarlo ai propri scopi.

In Italia già durante la Prima Guerra Mondiale le fotografie del conflitto sono sottoposte al controllo militare. Durante il Fascismo la maggior parte della comunicazione visiva è gestita dall’Istituto LUCE (LUnione Cinematografica Educativa), fondato nel 1924 da Benito Mussolini. Tutti i Ministeri si riforniscono di materiale propagandistico esclusivamente presso di esso.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale presso il LUCE è creato il Reparto Guerra, composto da 17 unità operative di fotografi, cineoperatori e tecnici. Del materiale prodotto dal 1940 al 1943 circa il 10% è censurato per vari motivi, tra cui quelli ideologici sono la maggioranza. Le immagini devono mostrare l’eroismo e il valore dei soldati italiani verso l’inevitabile vittoria, quindi funerali e rientro delle salme, ma anche atteggiamenti che non mostrano fierezza bensì paura e sciatteria sono occultati. Come nella foto in esempio dove ci sono scarpe bucate e camice strappate. Le motivazioni sono annotate sulle stampe fotografiche e archiviate sotto la dicitura “riservate”.

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Un commento

  • Marina

    Interessante questo argomento! Comodo censurare le foto non propagandiste,che mostrano la realtà di scarpe di cartone tinte finto cuoio e la drammatica realtà della guerra ! Non sapevo che Luce fosse un acronimo!

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