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Libertà di stampa

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Una donna intona un canto in Piazza Tahrir, Il Cairo 2013 - Foto Shawkan.

Ieri, dopo più di cinque anni di carcere è tornato in libertà al Cairo il fotogiornalista Mahmoud Abu Zaid, meglio noto come Shawkan. Il fotografo è arrestato il 14 agosto 2013 durante lo sgombero di piazza Rabaa, trasformatosi in un massacro in cui perdono la vita tra le 800 e le 1000 persone (fonte Human Rights Watch).

Shawkan stava fotografando la polizia e l’esercito egiziano che sparavano alla folla che si rifiutava di liberare la piazza. I manifestanti, soprattutto simpatizzanti dei Fratelli Musulmani si erano accampati per protestare contro il colpo di stato del generale Abdel Fatah Al Sisi, che sovvertiva il risultato delle prime elezioni libere egiziane, dopo la primavera araba, vinte da Mohammed Morsi.

Dopo esser stato per due anni in prigione senza capi d’accusa, nel 2016 è imputato di una serie di reati (omicidio, tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, possesso di armi, assemblea illecita, appartenenza a un’organizzazione terroristica) e il pubblico ministero chiederà la sua condanna a morte. Una campagna internazionale per la liberazione del fotografo è avviata con l’hashtag #FreeShawkan, è organizzata una mostra delle sue foto a New York e del suo caso se ne occupano anche Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani e la libertà di stampa. A settembre 2018 è condannato a una pena di cinque anni e ieri è rilasciato, ma con l’obbligo di dormire ogni sera nel commissariato del suo quartiere per altri cinque anni.

Shawkan lavorava all’epoca per l’agenzia britannica Demotix e i suoi reportage sono pubblicati su Time, The Sun, Die Zeit, Bild e sul sito web della BBC. Nel 2016 ha ricevuto, mentre era in carcere, l’International Press Freedom Award del Cpj e il Guillermo Cano Press Freedom Prize dell’Unesco per la libertà di stampa.

Attualmente la censura in Egitto è talmente forte che i mass-media non hanno mai parlato di questo massacro e molti giornalisti sono in prigione.

Ancora oggi la fotografia è considerata un mezzo pericoloso dai regimi dittatoriali soprattutto quando le immagini raggiungono il resto del mondo.

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3 commenti

  • ERNESTO MANDOLIDO

    ..imprigionare la libertà di stampa, e quindi la libertà di pensiero è inammissibile!!! Dobbiamo TUTTI lottare perchè chiunque abbia qualcosa da dire o da scrivere lo possa fare senza paura e senza limiti in qualunque parte del mondo! Troppi giornalisti e reporter hanno sacrificato la loro vita per questo….non dimentichiamolo MAI !!!!

  • Leonardo

    Vero la liberta’ di stampa non deve essere imprigionata………Siamo sicuri che esiste una Liberta’ di Stampa?

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