Censura,  Propaganda

Il Leone Italiano

Incontro Bosisio-Jacovacci, Stadio Nazionale, Roma 24 giugno 1928 – Foto Austrian Archives.

La storia di Leone Jacovacci ci racconta del potere della censura e della propaganda in una dittatura come quella fascista.

Leone nasce nell’allora Congo Belga da un ingegnere italiano e una principessa congolese di etnia Babuendi Zibu Mabeta. Portato a Roma all’età di tre anni e allevato dai nonni non vedrà più la madre che muore in Africa dopo la nascita del secondo figlio. Studia in Italia ma a 16 anni stanco del razzismo intorno a lui scappa e si imbarca a Taranto come mozzo. In Inghilterra si arruola nel 53º battaglione del Bedfordshire Regiment dell’esercito inglese combattendo nella prima guerra mondiale. Nel 1919 comincia a boxare con il falso nome di Jack Walker con ottimi risultati. Nel 1925 torna in Italia per farsi riconoscere la cittadinanza e poter competere per dei titoli. L’iter viene contrastato dal Partito Fascista che non vuole avere un pugile nero come campione italiano. Alla fine nel 1928 riesce ad ottenere la cittadinanza e batte ai punti il campione italiano ed europeo Mario Bosisio in un incontro allo Stadio Nazionale di Roma davanti a gerarchi fascisti come Balbo e Bottai.

Il Partito Fascista fa sparire tutte le foto del braccio alzato per la vittoria di Leone e anche il filmato dell’Istituto Luce s’interrompe all’ultimo round e non mostra la premiazione del pugile romano. Leone difenderà i titoli per qualche anno, mentre Bosisio continuerà a farsi intervistare accanto a gerarchi dicendo di aver vinto lui e presentandosi come il campione bianco e vero italiano.

Sulla storia di Leone:

un libro: Mauro Valeri Nero di Roma 448 pagg. – Palombi (2008)

un film: Il pugile del Duce – Regia Tony Saccucci (2017)

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Un commento

  • Marina

    Che storia! Poco conosciuta però. Ci insegna che nella vita bisogna sempre lottare per vedere riconoscere i propri diritti fondamentali!

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