Villaggio Olimpico 1960

XVII Giochi Olimpici – Roma 1960

Per ospitare gli atleti delle Olimpiadi di Roma del 1960 fu edificato un nuovo complesso edilizio nella piana tra Villa Glori, il Tevere e la via Flaminia. Nella zona nel dopoguerra era sorto un agglomerato di baracche abitato da sfollati di guerra chiamato campo Parioli, dal nome del vicino quartiere, che avevano occupato le strutture dell’ippodromo e dello Stadio Nazionale.  Il progetto degli architetti Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti fu realizzato negli anni 1958-59 (inizio lavori 10 maggio 1958) con il contributo economico del fondo pensioni degli impiegati dello Stato, il Comune di Roma ed il CONI. Dopo i Giochi Olimpici è stato consegnato all’INCIS (Istituto nazionale per le case degli impiegati statali), e le abitazioni assegnate tramite concorso ad impiegati dello Stato.

Dal punto di vista architettonico, l’intervento è un esempio di organicità di impianto e di omogeneità formale, seguendo i principi dell’urbanistica del Movimento Moderno. Le diverse strutture architettoniche sono infatti uniformate dalla scelta di alcuni elementi comuni come i pilotis, le finestre a nastro, i marcapiano in cemento, il rivestimento a cortina in laterizio giallo.

Per realizzare un nuovo asse di scorrimento veloce tra la zona Cassia e i Parioli tramite il Ponte Flaminio, Pier Luigi e Antonio Nervi progettano un ponte stradale di circa un chilometro ( Viadotto di Corso Francia) che evita di dividere in due il nuovo quartiere.

Nella foto dell’inaugurazione si riconosce al centro Giulio Andreotti, Presidente del Comitato Organizzatore.